LE ORIGINI E LA STORIA DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Maurizio Rossi
Molte realtà inerenti la scienza, cultura e professione del Colore, operanti in Italia da tanti anni sono confluite nel tempo nella nostra associazione, che ha nella Conferenza Nazionale del Colore il suo principale momento di aggregazione annuale. Nei paragrafi seguenti, a cura di Osvaldo Da Pos, Claudio Oleari e Alessandro Rizzi, è riportata una storia di queste esperienze.
All’assemblea dei soci della conferenza di Palermo nel 2009 fu deciso di ampliare ulteriormente lo spettro di multidisciplinarietà partecipanti. Alla conferenza di Lecce nel 2010 vi fu un raddoppio dei paper presentati: 60. Alla conferenza di Roma nel 2011 vi furono 143 paper presentati. Per la conferenza di Bologna 2012, sono stati ricevuti 151 paper.
Dal 2009 il Gruppo del Colore si è effettivamente ampliato accogliendo esperienze nell’ambito della misura e strumentazione, del trattamento digitale, dell’illuminazione, della fisiologia e della psicologia, della merceologia, del restauro, della rappresentazione, dell’ambiente costruito, del design, della storia, della cultura e della formazione. Dal 2011 siamo membro associato della Association Internationale de la Couleur (AIC). Parallelamente al successo derivante dalla partecipazione di tanti settori differenti, e alla crescente multidisciplinarietà delle ricerche presentate, in questi ultimi anni, molti soci hanno proposto di configurare il gruppo come associazione autonoma. A seguito di un dibattito avviato anni prima, alla conferenza di Roma nel 2011 oltre il 90% dei soci si espresse affinché il Gruppo del Colore diventasse un’associazione autonoma mantenendo comunque il suo legame storico con la Società Italiana di Ottica e Fotonica (SIOF). Sulla base di questa volontà dal 2012 siamo diventati Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore. Nel nome si ribadisce il nostro rapporto con i 17 anni di storia del Gruppo e la nostra volontà di aprirci verso il futuro come nuova Associazione Italiana Colore. I soci che hanno partecipato alla rifondazione della associazione furono: Giulio Bertagna, Mauro Boscarol, Aldo Bottoli, Osvaldo Da Pos, Bepi De Mario, Renato Figini, Davide Gadia, Lia Luzzatto, Veronica Marchiafava, Claudio Oleari, Renata Pompas, Alessandro Rizzi, Maurizio Rossi, Andrea Siniscalco e Francesca Valan. Dal 2014 l’Associazione Italiana Colore ha avviato una attività editoriale, no profit, di divulgazione scientifica e culturale, di cui gli atti della Conferenza del Colore e la rivista Cultura e Scienza del Colore, fruibili gratuitamente, sono un esempio.
Alla SIOF va il nostro sincero ringraziamento per avere favorito la nascita e supportato il Gruppo dal 1995 al 2011.

Alessandro Rizzi
Il gruppo del colore nasce una sera dell’aprile del 2004, ad Aachen in Germania dove si stava svolgendo la conferenza Colour in Graphics, Imaging and Vision, CGIV 2004, conferenza che è a tutt’oggi il punto di riferimento europeo del colore nel campo delle immagini digitali. Partecipando con Claudio Oleari a questa conferenza, abbiamo notato che era patrocinata da praticamente tutti i gruppi del colore europei, tranne quello italiano. Decidemmo che valeva la pena tentare di allargare il Gruppo di lavoro in Colorimetria e Reflectoscopia della SIOF, da lui coordinato, per cercare di farlo diventare un punto di aggregazione di tutti i professionisti e ricercatori che in Italia lavorano con il colore, in ogni forma ed in ogni settore, come avviene negli altri gruppi del colore di tutto il mondo. La storia di come è andata nel dettaglio la racconta Claudio nelle righe successive. Io colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno partecipato e che partecipano al gruppo ed in particolare Claudio per la sua generosità e lungimiranza. 


Claudio Oleari

Prima di essere “Gruppo del colore” della Società Italiana di Ottica e Fotonica (SIOF), la nostra organizzazione era “Gruppo di lavoro in colorimetria e reflectoscopia” della SIOF e ciò è stato dal 1995 al 2004. Per raccontare le origini riprendiamo la prefazione alla prima edizione degli Atti, uscita nel 1998, e che raccoglieva le comunicazioni relativi a tre convegni, del 1995, 1996 e 1998.
La tradizione artistica italiana è unica e impressionante, eppure, nonostante tanta ricchezza, in Italia non esiste una diffusa cultura scientifica del colore. Esiste però una sensibilità al colore molto particolare. Nel paese della luce, pare che il colore debba essere negato: credo che l’italiano sia l’unico popolo al mondo a scegliere automobili dal colore acromatico; soffermiamoci ad osservare un parcheggio, dal bianco al nero tutti i colori sono presenti, ma tutti privi di tinta. Quando un’auto ha tinta, il colore è sempre desaturato, a bassissima croma. E così vale per gli abiti, per gli edifici, … . Il colore è prerogativa dell’infanzia, dello sport e della pubblicità. Nessun italiano adulto oggi vestirebbe abiti con i colori squillanti e l’effetto cangiante delle vesti dei profeti della Cappella Sistina. Sia ben chiaro che ciò non significa mancanza di buon gusto e di eleganza. Forse, proprio grazie a questa negazione del colore, emergono altri aspetti, come la patina del tempo sui muri.
Le ombre e le luci si ammorbidiscono degradando le une nelle altre. Sensazioni impossibili quando il colore emerge, prevarica e appiattisce le figure su piani di colore. Il confronto con l’oltralpe è impressionante.
Tutto ciò non significa che il colore non sia importante. Il colore è l’elemento primo nella comunicazione e il giusto colore, oltre che ad avere valore estetico, è sinonimo di qualità, sia per le cose naturali sia per gli oggetti artificiali. Ed è a questo punto, che dovendo quantificare e riprodurre il colore, si richiede una conoscenza del colore, non una conoscenza artistica, ma scientifica e tecnica. I testi della tradizione italiana ci portano lontano nel tempo e sono prevalentemente rivolti all’arte. La scuola è assente. La ricerca colorimetrica pure. Ma la richiesta per una cultura del colore è forte e crescente. Così, nel 1995 venne attivato il Gruppo di lavoro in Colorimetria e Reflectoscopiadella Società Italiana di Ottica e Fotonica (SIOF). Il riferimento e il modello fu il Colour Group inglese, ma questo nasceva oltre mezzo secolo prima. In una traduzione strettamente letterale e completa qui elenchiamo i suoi obiettivi, perché possono essere i nostri (mutatis mutandis):

a) Promuovere lo studio del colore in tutti i suoi aspetti, compresi gli aspetti relativi alla visione.
b)
Offrire alle varie persone e/o ai vari gruppi di persone che hanno a che fare col colore nei suoi diversi aspetti, scientifico, industriale, estetico o didattico, l’opportunità di incontrarsi e di comunicare l’un l’altro i loro problemi.
c)
Avviare l’attività necessaria o desiderabile per far crescere un’opinione rappresentativa sui vari problemi di standardizzazione, di specificazione, di nomenclatura e di tutti gli altri aspetti che il Gruppo considererà necessari ad assistere la ricerca.
d)
Incoraggiare e promuovere l’investigazione dei fenomeni del colore e la misurazione del colore e il tentativo di assicurare che il Regno Unito di Gran Bretagna e d’Irlanda del Nord (per noi, ovviamente, l’Italia) conosca gli sviluppi che avvengono negli altri paesi del mondo.
e)
Assistere la diffusione della conoscenza del colore.

Nella prima assemblea del Gruppo di Lavoro emersero le esigenze dei soci, prima fra tutte un corso di colorimetria, rivolto soprattutto a chi opera nelle aziende, con lo scopo di colmare la lacuna della conoscenza di base. Dopo tre anni siamo giunti al terzo corso di colorimetria, organizzato con la collaborazione e l’ospitalità del Centro Ricerche FIAT. I docenti di questa scuola hanno scritto un libro (Misurare il colore, Hoepli Ed., 1998), primo per completezza e in lingua italiana. Così viene data risposta alla seconda esigenza emersa.
Da allora si sono tenuti tre convegni, di cui questo quaderno contiene gli atti. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione offerta da varie Aziende, che il Gruppo di Lavoro sente il dovere di ringraziare e nominare (in ordine cronologico):
– NOSELAB srl
– BARCO Italia
– CENTRO TESSILE COTONIERO e ABBIGLIAMENTO S.p.A. / Centro SIT n°088
– MINOLTA Italia srl.

Le relazioni sono state richieste ai vari autori per soddisfare le esigenze pratiche dei soci e si spera che questi atti possano nel tempo essere apprezzati per la loro utilità.
Credo che l’attività del Gruppo possa ritenersi avviata.
Il primo convegno avvenne a Parma, il secondo a Varese e il terzo nuovamente a Parma. L’affluenza dei soci partecipati fu quasi una costante, tra le sessanta e le novanta persone. La maggior parte proveniva dal mondo industriale e si cercò di dare risposta soprattutto alle loro esigenze attuando una mirata scelta delle comunicazioni. I convegni erano di una sola giornata, proprio perché agli operatori aziendali risultava difficile assentarsi per tempi più lunghi. Inoltre la scelta delle sedi dei convegni (Parma, Varese, poi Firenze e Porto Marghera, e ancora Parma) era baricentrica al bacino d’appartenenza dei soci. Il convegno a Parma fu sempre ospitato nella sede dell’Università degli Studi.
Un primo allargamento avvenne col tema scelto per i due convegni successivi (Firenze e Porto Marghera), “Colorimetria e i Beni culturali”. Questi due convegni avvennero con la collaborazione importante di Mauro Bacci, il quale, operando sulla reflectoscopia dei Beni culturali molti anni, era sicuramente uno dei maggiori esperti. Infatti il primo di questi due convegni si tenne a Firenze, presso i laboratori del CNR (allora IROE e oggi IFAC). Il secondo convegno si tenne nei laboratori di ricerca dell’ENI di Porto Marghera, che si occupava di tecniche per la conservazione e il restauro. Prestigiosi furono i patrocini: Istituto Centrale di Restauro, Progetto Beni Culturali – CNR e Banca Toscana.
Merito dei convegni fatti fu di avere evidenziato una dicotomia tra linguaggio ufficiale e linguaggio usato, la quale veniva evidenziata nella prefazione degli Atti del convegno del 2000 (Porto Marghera) e qui ne proponiamo una stralcio.
Questi atti offrono anche l’occasione per porre l’attenzione sul glossario della colorimetria. In Italia non esiste una diffusa cultura colorimetrica. Allo stesso tempo vi sono poche pubblicazioni sul colore e, necessariamente, chi si occupa di colorimetria deve avere familiarità con i testi in lingua inglese. Ciò risulta chiaro leggendo le relazioni proposte in questi due convegni (su Colorimetria e Beni culturali, tenuti a Firenze e Porto Marghera). Infatti, al lettore più attento appare uno scarto tra il linguaggio ufficiale della colorimetria e quello usato da quasi tutti i relatori, compresa questa prefazione. Oggi tutti siamo condizionati dal vocabolario inglese, il quale possiede molte parole che richiamano altrettante parole italiane o che la pratica ci porta a considerare come italiane, ma che di fatto non fanno parte del glossario colorimetrico ufficiale.

Le parole sono riportate nella seguente tabella.

Parola inglese

Parola italiana proposta nel vocabolario della CIE

Parola usata impropriamente

reflectance

fattore di riflessione

riflettanza

reflectance factor

(nessuna traduzione)

fattore di riflessione e fattore di riflettanza

calibration

taratura

calibrazione

adjustment

calibrazione

lightness

chiarore

chiarezza

gloss

lucentezza

gloss, lucidezza

standard deviation

scarto tipo

deviazione standard

Si osserva che queste imprecisioni linguistiche sono presenti in molte altre pubblicazioni e in quasi la totalità dei fogli illustrativi relativi alla strumentazione colorimetrica costituendo di fatto la regola: per esempio la parola “riflettanza” è di uso decisamente corrente e “deviazione standard” è da considerarsi dicitura ufficiale dei testi scientifici universitari per la laurea in fisica (la dicitura “scarto tipo” è totalmente ignorata). L’imprecisione linguistica è stata rilevata solo da pochissime persone ed è tale da non produrre ambiguità o incomprensioni. Queste constatazioni ci inducono ad accettare le relazioni qui proposte senza invitare i relatori alla rettifica del linguaggio, nonostante la sua improprietà. Si auspica che questo scarto linguistico si risolva e, poiché la pratica ha prevalso sulle scelte di principio, si suggerisce che il linguaggio pratico corrente venga ufficializzato, visto anche che non inquina particolarmente la purezza della lingua italiana.
Dopo quasi dieci anni ci troviamo al punto di partenza. L’unica cosa certa è che stiamo aspettando il glossario della CIE in lingua inglese, il quale, appena pronto, verrà messo nel WEB e la sua traduzione sarà compito, spero, anche nostro.
I convegni successivi ai due su Colorimetria e Beni culturali furono nuovamente a Parma (2001 e 2002) con temi d’interesse per il mondo industriale. Nel 2002 fu eletto Andrea Raggi a coordinare il gruppo di lavoro e con lui, dopo un anno ancora a Parma (2003), il convegno ebbe luogo a Pescara, nella sede dell’Università.
Il convegno di Pescara (2005) fu il primo del “Gruppo del Colore”, aperto all’intero mondo del colore. Il passaggio da “Gruppo di lavoro in colorimetria e reflectoscopia” a “Gruppo del colore” avvenne con l’ambizione di crescere e poter assumere una presenza internazionale. L’idea di questo passo nacque dalla domanda di Alessandro Rizzi durante un convegno CGIV ad Aachen: “perché fra i patrocinatori del CGIV manca l’Italia?”. A Pescara avvenne la trasformazione. Il convegno incominciò ad avere una durata di tre giorni e si aprì a tutti i settori in cui il colore è presente. A Pescara Alessandro Rizzi fu eletto coordinatore del gruppo. Oggi il Gruppo del colore [Italia] è tra i patrocinatori del convegno CGIV 2010 di Joensuu (Finland).
A partire dal 2005 i convegni si sono arricchiti dei “tutorial”, che occupano una delle giornate del convegno, e della presenza di un importante relatore straniero.
Nel 2005 il convegno ha avuto luogo a Milano nella sede dell’Università, nel 2006 a Torino presso il CNR-INRIM, nel 2008 a Como nella sede dell’Università e nel 2009 a Palermo nella sede del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro della Regione Sicilia.
A Palermo (2009) Maurizio Rossi è stato eletto coordinatore del Gruppo del colore.
Il prossimo convegno sarà a Roma nel 2011 all’Università La Sapienza.
Il “Gruppo di lavoro in colorimetria e reflectoscopia” ha avuto il merito di dare vita ai convegni che nel tempo hanno assunto la funzione di riferimento per chi si occupa di colore in Italia. Oltre a questo ha organizzato un corso di Colorimetria, esplicitamente voluto dai partecipanti al primo convegno del 1995. Questo corso fu ripetutamente organizzato nei laboratori del Centro Ricerche FIAT e ha prodotto un libro di testo, “Misurare il colore” Hoepli ed., unico in lingua italiana e oggi giunto alla seconda edizione.
Gli atti dei convegni nel tempo sono sempre stati pubblicati col sostegno di MINOLTA Italia.  


Osvaldo da Pos

1986, Biennale di Venezia. Un gruppo di scienziati italiani, tra cui si possono ricordare Marcolli, Silvestrini, Da Pos, De Grandis e molti altri, in occasione della 43° edizione della Esposizione Internazionale d’arte di Venezia, unirono le loro forze e prepararono un’esibizione sulla Percezione del Colore e sulle Illusioni del Colore, che ottenne un grande successo (Da Pos O. Colore e Percezione. Catalogo Generale XLIII Esposizione Internazionale d’Arte. Ed. La Biennale di Venezia, 1986, p. 137). A seguito di quest’esperienza, gli appartenenti al gruppo rafforzarono i loro legami (sino ad allora prevalentemente informali) e iniziarono a produrre alcuni lavori come la partecipazione al Meeting Internazionale dell’AIC “Colour and Environmental Design” organizzato da Werner Spillmann in Winterthur, 1988.
Nel frattempo (1987) un gruppo di professori e ricercatori dell’Università di Padova, fondò il Centro Interdipartimentale di “Colore e Arte”, nel quale i membri del Dipartimento di Psicologia Generale, Psicologia sociale e evolutiva, Arti visive e musica, Psicologia umana dell’Università di Padova, si unirono anche con altri studenti di università esterne pubbliche e private. In tutto i membri sono stati all’incirca 115 per l’intera durata del Centro, mentre altre centinaia da altre parti dell’Italia ne supportaro le iniziative. La storia delle attività del Centro sono descritte al sito: http://www.psy.unipd.it/~dapos/.
Quando l’Università di Padova promosse e riformò i suoi Dipartimenti e il Gruppo, il Centro di “Colore e Arte” non potè sostenere le ingenti spese necessarie per l’acquisto degli strumenti necessari e chiuse nel 2002. Molti membri del Centro presero parte alla Conferenza di Pescara (2004) e contribuirono alla nascita del Gruppo del Colore.

La SIOF è stata il supporto fondamentale, senza il quale il “Gruppo di lavoro in colorimetria e reflectoscopia” prima e il “Gruppo del colore” poi non sarebbero mai nati.