PREMIO COLORE 2021 a Vittorio Storaro

Quest’anno il “Premio del Colore”, conferito dal Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore, è stato assegnato a Vittorio Storaro, considerato uno dei direttori della fotografia più influenti di tutti i tempi.

Vittorio Storaro è un direttore della fotografia italiano ampiamente riconosciuto per il suo lavoro in numerosi film oggi considerati dei classici; è noto e molto apprezzato in tutto il mondo. Ha vinto tre Premi Oscar per la Miglior Fotografia, oltre a numerosi altri riconoscimenti nazionali e internazionali.

Originario di Roma, ha iniziato a studiare fotografia a soli 11 anni; a 16 anni si è diplomato come maestro di fotografia (un titolo che può essere tradotto come “Master Photographer”). A 18 anni ha ottenuto la certificazione di Color Cameraman ed è diventato uno degli studenti più giovani ad aver frequentato e conseguito il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel 1966 ha avuto l’opportunità di lavorare con Bernardo Bertolucci come assistente operatore nel film Prima della rivoluzione, e nel 1968 ha firmato per la prima volta la direzione della fotografia con il film Giovinezza, Giovinezza di Franco Rossi. Dopo aver lavorato con Dario Argento in L’uccello dalle piume di cristallo, nel 1970 è tornato a collaborare con Bertolucci per La strategia del ragno, film che ha segnato l’inizio di un proficuo sodalizio tra il direttore della fotografia e il regista.

Il primo film di produzione hollywoodiana a grande distribuzione a cui ha lavorato è stato Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, nel 1979, grazie al quale ha ricevuto il suo primo Premio Oscar. Il secondo Oscar è arrivato nel 1981 per Reds, diretto da Warren Beatty, e il terzo nel 1987 per L’ultimo imperatore, diretto da Bernardo Bertolucci.

La sua ricerca, formazione ed esperienza professionale lo hanno portato nel tempo a riconoscere l’importanza fondamentale che il colore ha nella vita. Storaro è convinto che non sia possibile esprimersi nelle arti visive, fotografia cinematografica compresa, senza conoscere il significato fisiologico, drammaturgico e filosofico dei colori – ciò che Leonardo da Vinci definiva i “figli della luce e dell’ombra”. Lo studio del colore rappresenta per lui una delle emozioni più grandi della vita, e la sua filosofia esistenziale si fonda proprio sugli effetti che i colori hanno sulle azioni e reazioni umane, e su come influenzino la percezione dell’essere umano.