PREMIO COLORE 2024
l Premio del Colore 2024 viene assegnato a Valerio Adami.
La carriera di Valerio Adami è costellata di riconoscimenti e tappe fondamentali. Vincitore del Premio Marzotto nel 1958, l’anno successivo ha inaugurato la sua prima mostra personale presso la Galleria del Naviglio di Milano. Tra il 1961 e il 1964 ha lavorato tra Italia, Londra e Parigi. È stata proprio l’immersione in questi vivaci contesti culturali a consolidare il suo stile ed il suo impulso narrativo. Nel 1967 ha realizzato una serie di tele a New York, poi esposte alla Biennale di Venezia l’anno successivo. Negli anni seguenti, Adami ha confermato la sua capacità di dialogare con spazi pubblici attraverso un connubio artistico tra monumentalità e intimità narrativa. Nel 1985 ha realizzato otto vetrate per il nuovo Hôtel de Ville di Vitry-sur-Seine, seguite da una grande mostra antologica al Centre Pompidou di Parigi. Tra il 1986 e il 1987 ha creato due pannelli per l’atrio della Gare d’Austerlitz a Parigi. Retrospettive significative gli sono state dedicate a Madrid nel 1991, a Siena nel 1994, a Bochum nel 1997 e a Buenos Aires nel 1998. Le esposizioni personali più recenti, che hanno incluso opere appartenenti alla collezione dello stesso artista, si sono tenute nel 2013 a Ravenna, presso il Museo d’Arte della città, e appena terminata nel 2024, la mostra “Valerio Adami pittore di idee” presso Palazzo Reale di Milano. Oggi l’artista vive tra Parigi e il lago Maggiore.
Le opere di Adami, intrise di riferimenti alla cultura classica, alla filosofia e alla letteratura, sono al contempo moderne e visionarie. Come egli stesso ha affermato: “Disegnare è come scrivere una storia e ogni linea è un ponte che collega passato, presente e futuro”. Per Adami, il disegno è una vera e propria “occupazione letteraria”.
Ma è nel colore che Adami dà voce al suo racconto. “Il colore è la voce della pittura”, afferma l’artista. I suoi colori, netti e privi di chiaroscuri o modulazioni, sono stesi in campiture piatte che dialogano con contorni spessi e neri. Questi contorni non solo delimitano i toni saturi, ma li esaltano, conferendo alle opere vigore e luminosità simili ad una vetrata. Pur essendo piatti, i colori non sono mai puri: l’artista li prepara personalmente, creando centinaia di tonalità diverse. Poi li impiega in funzione delle emozioni che intende evocare.